L'alfa acciai " abbiamo i numeri a posto"

Zoom FotoUno scorcio dell’Alfa Acciai, la grande acciaieria di San Polo

Brescia. L'Alfa Acciai non ci sta a finire sul banco degli imputati per i picchi anomali che alcuni tipi di tumore hanno fatto registrare nella popolazione di San Polo. All'indomani della diffusione dei risultati dell'indagine epidemiologica svolta dall'Asl molti avevano puntato il dito accusatore proprio contro l'acciaieria di San Polo. Ieri l'azienda ha diramato una nota per comunicare che nei giorni scorsi «ha concluso favorevolmente il lungo iter per l'aggiornamento dell'Aia» ovvero l'Autorizzazione integrata ambientale che riguarda le grandi aziende per il profilo ambientale.
L'annuncio è l'occasione per mettere le mani avanti: «In merito al recente dibattito relativo al territorio di San Polo, Alfa Acciai sottolinea come il monitoraggio ambientale nei luoghi di lavoro e biologico sui lavoratori del sito di San Polo, circa 1000 persone, in atto da anni possa aiutare ad analizzare meglio il fenomeno. Comunque - prosegue la nota dell'azienda - è opportuno evidenziare già da ora come nel corso degli anni si siano sempre verificati valori pienamente al di sotto dei limiti di concentrazione stabiliti dalle stringenti normative. Inoltre a partire dal 2005, nell'ambito del Progetto Prevenzione Tumori Professionali, l'Asl di Brescia ha eseguito ulteriori campagne di monitoraggio che hanno confermato la situazione di assoluta normalità per il sito di San Polo. D'altra parte anche l'attività pluridecennale di sorveglianza sanitaria periodica sul personale di Alfa Acciai non ha rilevato nè patologie significative riconducibili alle attività lavorative, né la presenza anormale di quelle patologie emerse dall'analisi svolta dall'Asl per il quartiere di San Polo». Offrendo - sia pur succintamente - i risultati di queste indagini l'azienda insomma suggerisce di cercare altrove l'anomala concentrazioni di alcune patologie tumorali fra i residenti del quartiere.
La nota aziendale ricorda altresì che l'Alfa è stata «la prima azienda siderurgica di Brescia ad adottare fin dal 1985 impianti di abbattimento e filtrazione dei fumi di generazione avanzata». Lo stesso aggiornamento dell'Aia è stato ottenuto nei giorni scorsi grazie ai «positivi riscontri a tutti i numerosi test fatti con Arpa».

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