
Roma, 10 ott. (Apcom) - Nel 2009 sono stati circa 790mila gli infortuni sul lavoro: 1.050 lavoratori hanno perso la vita e 886 sono morti a seguito di una malattia professionale nel solo settore dell'industria". Numeri, pur se con una tendenza alla diminuzione, che però continuano ad essere "impressionanti" e sui quali "occorre tenere sempre alta la guardia" : questo il monito lanciato dal presidente nazionale Anmil, l'associazione nazionale fra lavoratori mutilati e invalidi del lavoro, Franco Bettoni, in occasione della 60esima Giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro, istituzionalizzata con decreto del presidente del Consiglio dei Ministri nel 1998. Dal 2005 al 2009 i morti per infortunio sul lavoro sono stati 5.998, quelli morti per malattia professionale 2.776.
Bettoni ha lanciato inoltre un particolare allarme per "le malattie da lavoro, un tema che a livello di sensibilità sociale è spesso trascurato, salvo l'interesse mediatico per i grandi processi, mentre continua a crescere il numero di malattie denunciate. Crescono le denunce, e questo è positivo perché significa che c'è maggiore consapevolezza e le persone trovano sufficiente sostegno nella non facile verifica della professionalità. Resta vivo e aperto, però, il problema delle malattie perdute: sia quelle note che non arrivano in sede assicurativa sia quelle sconosciute, che scopriamo a posteriori, spesso frammiste con fattori ambientali o comportamentali".
Per la Giornata nazionale l'Anmil ha organizzato manifestazioni in tutte le province d'Italia alle quali hanno partecipato le massime Istituzioni per confrontarsi sulle politiche da attuare per invertire l'andamento infortunistico in modo significativo e garantire miglior tutela alle vittime.
