Ipotesi di cessioni Magneti Marelli, quota Ferrari e anche l'Alfa Romeo


La Fiat potrebbe vendere la Magneti Marelli e una quota della Ferrari, ma anche cedere l'Alfa Romeo alla Volkswagen se fosse disposta a pagare «un prezzo molto elevato». Gli analisti di Morgan e Stanley attribuiscono queste dichiarazioni all'amministratore delegato, Sergio Marchionne, che ne avrebbe parlato nell'incontro di venerdì scorso con gli analisti finanziari. La Fiat si limita a un «no comment», ma il titolo guadagna in Borsa il 3% e chiude a 13,37 euro.
I sindacati continuano a sollecitare l'incontro sul futuro dello stabilimento di Mirafiori: dopo la Fiom anche Fim, Uilm e Fismic e, per conto suo, la Ugl hanno formalizzato la richiesta di apertura del tavolo.
A Torino i lavoratori ricominciano la cassa integrazione, mentre rientrano in fabbrica gli operai di Pomigliano che aspettano le assunzioni nella newco. Il segretario generale Uil, Luigi Angeletti, è convinto «che i tempi verranno rispettati e nella seconda metà del 2011 si comincerà a produrre la Panda a Pomigliano».
A tenere banco sono le voci sulle dismissioni. Finora Marchionne ha sempre escluso l'intenzione di vendere l'Alfa Romeo, ha parlato di «impegno per creare una grande Alfa» e, a definito l'eventuale interesse di Volkswagen per il Biscione e per la casa di Maranello «un bel sogno». Quanto alla Ferrari la Fiat ha di recente esercitato il diritto di acquisto del 5% del capitale dagli arabi per tornare al 90% e il manager del Lingotto non ha escluso una futura quotazione, ma non nel breve-medio termine. Non si è invece mai parlato finora di dossier per cedere la Magneti Marelli che, nei giorni scorsi, ha inaugurato un grande stabilimento in Russia con l'obiettivo di diventare un attore di primo piano nell'ambito della componentistica auto nel Paese. «Abbiamo lasciato Torino - dice l'analista di Morgan Stanley, Stuart Pearson, in una nota ai clienti - con un messaggio chiaro e cioè che Fiat e Chrysler diventeranno una sola società». E spiega che «una Ipo della Ferrari e la cessione della Marelli potrebbero avvenire» prima della fusione tra Fiat e Chrysler, «secondo i vertici» del Lingotto.
Marchionne ha incontrato gli analisti negli Usa e in Italia la settimana scorsa e ha in programma ulteriori riunioni a fine mese per spiegare i benefici dello spin-off dell'Auto dal settore industriale, in cui opera con i marchi Iveco e Cnh.
Prudenti i sindacati. Per Giogrio Airaudo (Fiom) «in assenza di un luogo istituzionale in cui gli impegni verso il Paese siano certi, lo spin off rende possibile la vendita di pezzi Fiat. C'è chi sogna di vendere, qualcun altro di comprare».

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