Marchionne: Fiat a giorni salirà al 30% di Chrysler

BALOCCO (VERCELLI)
Solo pochi giorni, non più un mese o due, per salire al 30% di Chrysler, ma nessuna certezza che la conquista del 51% possa avvenire entro l'anno anche se «i soldi in cassa ci sono». Dal centro Fiat di Balocco, dove è stata presentata la nuova gamma Jeep per l'Europa, l'ad Sergio Marchionne, dà la tabella di marcia per l'integrazione con la casa di Detroit. E sull'investimento all'ex Bertone, «o si fa un accordo entro breve o salta tutto».
Dall'ad arriva subito un chiarimento: per l'Alfa in Usa non ci sarà alcun ritardo, nel 2012 avverrà lo sbarco del suv prodotto a Mirafiori. Tempi più lunghi per la Giulia «per problemi estetici» perchè «lo stile non piace agli americani». Bene le vendite in Usa della Fiat 500, che in Canada «va da Dio», anche se comincia a sentirsi «qualche problema per alcuni componenti che provengono dal Giappone».
Marchionne è soddisfatto dell'andamento della Chrysler nel primo trimestre e conferma gli obiettivi 2011. Meno facile la situazione in Europa, dove l'atteso miglioramento del mercato in aprile «ci sarà, ma rispetto al brutto risultato dell'anno scorso».
Tra i temi centrali, l'ex Bertone, dove Fiat vuole investire 500 milioni di euro per produrre un modello Maserati, ma la trattativa non va avanti. «Piani alternativi ci sono, in Italia e altrove», dice l'ad che sull'atteggiamento della Fiom, largamente maggioritaria in fabbrica, osserva: «lascio giudicare ai dipendenti, sarebbe un vero peccato per loro non fare l'investimento lì, ma ognuno è libero di fare le sue scelte». Per Marchionne si deve applicare lo stesso contratto di Mirafiori e Pomigliano, non si possono «creare due Stati nella Fiat». All'ad non dispiace l'ipotesi referendum «perché è meglio sapere direttamente dai lavoratori quello che pensano, soprattutto in un sito fermo da sei anni».
Immediate le reazioni. preoccupato il ministro del lavoro Maurizio Sacconi, che ricorda «il sostegno del governo alle intese per Pomigliano e Mirafiori», mentre il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni invita a fare «ogni sforzo» per garantire l'investimento. «Mi auguro», dice il responsabile Auto della Fiom, Giorgio Airaudo, «che in Fiat non prevalgano i dottor Stranamore. Non è possibile che ogni vertenza si traduca in un ultimatum». Per la leader della Cgil, Susanna Camusso, il problema è che non si riesce «a sapere qual è il piano industriale», ed è sempre più evidente che l'attenzione della Fiat è sempre più concentrata su Detroit: l'80% delle sue dichiarazioni riguardano la presenza del gruppo negli Usa».

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