TORINO
Parte senza la Fiom la trattativa per il contratto unico degli oltre 86mila lavoratori del gruppo Fiat. Ed è di nuovo polemica tra l´azienda e il sindacato di Maurizio Landini, che lunedì ha proclamato lo sciopero generale per il 16 dicembre. Al tavolo l´azienda ha portato il contratto del 29 dicembre 2010, già applicato a Pomigliano: rispetto a quello nazionale dei metalmeccanici le condizioni retributive, ha sottolineato Paolo rebaudengo, responsabile delle Relazioni Industriali Fiat, saranno uguali o migliorative. Sarà necessaria un´armonizzazione tra le diverse realtà del gruppo e, per questo, venerdì ci saranno incontri tecnici che riguarderanno Fiat Industrial e Magneti Marelli. Da lunedì riprenderà la discussione globale.
Per la Fiat il nuovo contratto dovrà prevedere le clausole già definite per Pomigliano: flessibilità, lotta all´assenteismo, garanzie di rispetto degli accordi. «Le intese precedenti saranno solo la base, il nuovo contratto non sarà la riproposizione di quello di Pomigliano», chiariscono Fim, Uilm, Fismic e Ugl, che auspicando tempi rapidi per la chiusura del negoziato.
Davanti alla sede dell´Unione Industriale di Torino manifestavano i lavoratori. Cobas e sindacati di base hanno chiesto di partecipare all´incontro e l´ingresso è stato bloccato. Una parte della delegazione Fiom non è riuscita a entrare: Landini se n´è andato. Al tavolo è rimasto, come osservatore, il segretario torinese della Fiom, Federico Bellono.
«L´azienda è dispiaciuta che la trattativa sia iniziata senza la presenza di Maurizio Landini», hanno commentato i rappresentanti della Fiat.
La Fiom, che rischia di non avere più delegati nelle fabbriche Fiat, ha attaccato. «È grave», ha affermato Giorgio Airaudo, responsabile auto, «che l´azienda non sia stata in grado di garantire la governabilità del tavolo di trattativa, non so se sia prevista qualche sanzione. Non c´è stato alcun problema di ordine pubblico, ma solo la responsablità della Fiat a non riuscire a gestire una situazione per niente difficile». Accuse «infondate e pretestuose che sembrano costruite per nascondere la volontà di sottrarsi alla trattativa», replica la Fiat e su una posizione analoga si schiera l´Unione Industriali di Torino, che continua a ospitare gli incontri nonostante l´uscita di Fiat da Confindustria.(dal bresciaoggi)