(dal bresciaoggi)
NEW YORK
Fiat è una «multinazionale. Gestiamo attività in tutte le parti del mondo». Così Sergio Marchionne, ad del Lingotto, ha risposto a chi gli chiedeva se la società volesse lasciare l´Italia. Marchionne «non ha mai parlato di lasciare l´Italia» afferma Fiat in una nota che in serata smentisce le dichiarazioni attribuite all´ad e riportate da alcuni media.
Marchionne nell´intervista a Radio 24, registrata ieri a Washington dove ha partecipato a un incontro al Peterson Institute, è tornato a criticare la Fiom, che «sta insistendo sull´applicazione di un contratto che ormai non ha più senso. Abbiamo avuto la maggioranza dei lavoratori che hanno appoggiato un´alternativa. Il treno è passato, è inutile cercare di insistere che bisogna rinegoziare e riaprire il tavolo. Non posso rivotare fino a quando non vince la Fiom». «C´è una tirannia della minoranza sulla maggioranza», ha ribadito Marchionne, «Uno su 10 dipendenti mi va a condizionare come funziona l´azienda. La Fiat non può essere vittima di una minoranza. Non possiamo decidere con la maggioranza di fare una cosa e poi girarci e vedere una decisione presa altrove che è diversa. Io così non posso investire, parliamo di miliardi di euro non di aprire un supermercato».
E quindi l´alternativa è lasciare l´Italia? è stato chiesto a Marchionne. «Siamo una multinazionale, gestiamo attività in tutte le parti del mondo. Abbiamo attività economiche e industriali al di fuori dell´Italia. Vendiamo macchine in Brasile, in Cina, in America, in Messico. La cosa importante è la sopravvivenza della Fiat che non può essere messa in discussione. Ci abbiamo messo otto anni per rimetterla in piedi. Abbiamo creato un´alternativa con Chrysler. Chiunque pensa di condizionare la Fiat si sbaglia».